I passerotti saltellarono fuori dal nido per avventurarsi sul ramo più vicino. Si misero in fila, uno accanto all'altro, si stiracchiarono le ali e poi, uno alla volta, si lanciarono nel vuoto.

"Uaooo, è bellissimo!", gridavano.

Ma il passerotto preoccupato era spaventatissimo e si muoveva piano, piano, un passetto alla volta, facendo molta attenzione.

"Non ce la farò mai", disse fra sé. Era terrorizzato: ma perse l'equilibrio, si sbilanciò dal ramo e fu costretto ad aprire le sue piccole ali ed allora... anche lui riuscì a volare.

Mentre trascorreva la primavera e si avvicinava l'estate, i piccoli passerotti continuavano a crescere.

Impararono a provvedersi da mangiare da soli, cercando i bruchi tra le foglie verdi degli alberi e dei buoni semi tra la terra dei campi.

"Snip, snap!", facevano con i loro piccoli becchi occupati a mangiare. Tutti all'infuori del passerotto preoccupato.

"E' un posto così grande qui fuori", pensava, "posso perdermi, dimenticarmi dove si trova il nido. E' meglio che non mi muovo!".

Al tramonto, quando tutto taceva, perché era ora di andare a dormire, papà passero, chiamava tutti vicini a sé e raccontava loro delle bellissime storie di tanto tempo fa e di un paese lontano:

I giovani passeri ascoltavano con molta attenzione. Tutti, ad eccezione del passerotto

Cominciò ad allontanarsi da casa, volando qui e la, in cerca di cibo  - preoccupandosi naturalmente, se fosse stato in grado di trovarlo. In ogni caso, la campagna aperta sembrava proprio un bel posto.