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MIRACOLI E PRODIGI

 

 

Nel terzo millennio il sentimento religioso è ancora una realtà insopprimibile dell’animo umano. La tecnologia non ha risolto nessuno degli interrogativi esistenziali, che da sempre affollano l’animo umano.

L’Evangelo continua ad essere la risposta di Dio all’esigenza di salvezza degli uomini, pertanto chiunque può far propria  l’affermazione di fede di Nehemia: “Tu sei l’Eterno … e operasti miracoli e prodigi” (Neh. ):7-10).

La Bibbia contiene la narrazione di diversi e numerosi miracoli, intesi come determinati interventi soprannaturali di Dio nella storia dell’uomo, volti a manifestare la sua Onnipotenza ed il Suo Amore: “Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore del quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (egli è per grazia che siete stati salvati) e ci ha resuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età a venire l’immensa tristezza della sua grazia, nella benignità ch’egli ha avuta per noi in Gesù Cristo” (Efes. 2:4-7). Il miracolo, quindi, non è una mera manifestazione di potenza al fine di suscitare riverenza e paura, ma una mirata e meravigliosa manifestazione di amore intesa a conquistare la creatura.

Il miracolo è parte di quelle opere divine, che vengono chiamate Provvidenza, con esso Dio sormonta il male: “… operasti miracoli e prodigi contro Faraone, contro tutti i suoi servi … e ti facesti un nome com’è quello che hai al dì d’oggi” (Neh. 9:10). Dio provvede a favore dei credenti governando ed operando miracoli. In modo evidente, quest’ultima azione segue la predicazione dell’Evangelo quale conseguenza e conferma del messaggio di fede: “Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio cacceranno i demoni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; e seppur bevessero alcunché di mortifero, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli infermi ed essi guariranno … E quelli se ne andarono a predicare da per tutto, operando il Signore con essi e confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano” (Marco 16:17-20).

A questo punto è importante sottolineare che i miracoli non sono la garanzia della verità, perché ve ne sono anche di menzogna, non garantiscono la fedeltà del messaggio predicato e della dirittura morale del messaggero che l’annuncia: “La venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi; e con ogni sorta d’inganno d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati” (II Tess. 2:9, 10). La coerenza dell’Evangelo di Dio è la sola certezza di affidabilità e giudizio: “Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi, sia con la parola, sia con una nostra epistola” (II Tess. 2:15).

I credenti che in tutta semplicità, desiderano seguire Cristo sanno che l’Iddio vivente e vero stende la Sua mano per operare prodigi ed opere potenti. La contraffazione e la falsificazione, così come l’incomprensione, non fermeranno la Chiesa di Cristo.

 

Di Salvatore Cusumano

da una pubblicazione di Cristiani Evangelici

 

 

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