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La vita cristiana in famiglia

 

 

Gesù ama la famiglia…

Egli prese i bambini in braccio e li benedisse. E diede un ammonimento severo in difesa della famiglia: “chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina di mulino e fosse sommerso nel fondo del mare” (Matteo 18:6). Ed ancora “guardatevi dal disprezzare alcuno di questi piccoli; perché io vi dico che gli angeli loro nei cieli vedono del continuo la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 18:10). Questi versi sono sufficienti per farci conoscere l’importanza che Gesù dà alla famiglia ed altresì qual è la grande responsabilità nell’allevare una famiglia.

Il cristianesimo deve incominciare con l’essere vissuto in seno alla famiglia. La forza trasformatrice del Vangelo e la grazia che ci viene impartita da Cristo devono essere praticate in seno alla famiglia.

I cristiani veri non possono essere, come dice un proverbio italiano, “santi in chiesa e diavoli in casa”, perché se uno non è santo in casa non lo può essere nemmeno in chiesa.

Noi non crediamo nella doppia personalità.

L’istituzione della famiglia è di origine divina; la famiglia è la più piccola unità della società, ma è la più potente.

La famiglia è il fondamento della società ed il matrimonio è la rocca basilare della famiglia.

Se il matrimonio è sano in tutti i suoi effetti, allora anche la famiglia cresce bene; ma se nel matrimonio vi è degenerazione e marciume, allora la famiglia ne subisce le conseguenze.

Lo Spirito Santo, in Efesi capitolo 5, paragona la famiglia con la chiesa di Cristo.

Dio prima ci dà una struttura per la famiglia, ed in seguito anche un ordine da seguire, perché Egli non è Dio di confusione ma di ordine, ed ama che ci sia ordine in tutto il mondo, è quest’ordine ha inizio in seno alla famiglia cristiana.

In essa Dio deve occupare il primo posto, poi Cristo, poi l’uomo e poi la moglie.

Dio capo di Cristo, Cristo capo della chiesa, l’uomo capo della donna.

Dio nell’ambito della famiglia ha dato dei ruoli che si riassumono in due parole: amore e sottomissione. L’amore deve dominare ogni pensiero ed ogni atto nella famiglia cristiana. Non mi riferisco all’amore carnale ma a quello divino, menzionato da Gesù nel capitolo 17 di Giovanni: “affinché l’amore del quale tu mi hai amato sia in loro…”. Nel capitolo 5 degli Efesi è scritto: “mariti, amate le vostre mogli come anche Cristo ha amato la chiesa, ed ha dato se stesso per lei; così debbono i mariti amare le loro mogli, come i loro propri corpi; chi ama sua moglie ama se stesso”. La figura che vediamo, qui, dell’uomo come capo della famiglia non è quella di un padrone arrogante pieno di autorità abusiva; e nemmeno di un generale dell’esercito o di un dittatore, ma di un uomo conscio della sua responsabilità, che ama, cura e rispetta sua moglie. Non si arriva presto e facilmente a questo. La famiglia non si nutre col pane solamente, ma con affetto, amore e sacrifici. Tre cose sono indispensabili nella famiglia:

 

1)     1)     Il tempo.

Uno dei motivi per cui le famiglie sono in crisi ed in conflitto oggi, è che i genitori e soprattutto il padre non ha tempo per stare con la famiglia.

Vi sono alcuni che usano la famiglia come una stazione di servizio, vi vanno solo per fare il rifornimento necessario e poi escono per badare alle loro occupazioni; si sono caricati di tanti pesi che non hanno tempo né per la famiglia, né per la chiesa e neanche per il Signore.

Il tempo fugge rapidamente, la famiglia cresce, ed un giorno si accorgeranno di aver commesso un grave errore, quello di trascurarla.

2)     2)     Il dialogo.

La conversazione è molto importante.

Sappiamo di alcune famiglie i cui membri non si rivolgono la parola per mesi interi. Senza il dialogo la famiglia soffre, si spezza e muore. Il dialogo non è un monologo dove solo uno parla, ma dove due o più persone ragionano e comunicano tra loro. Il dialogare risolve molti problemi in famiglia.

3)     3)     La responsabilità.

Un’attitudine molto distruttiva nella famiglia è quella divenire disinteressati; in certi casi questo avviene quando la donna desidera un’autorità che non le è data e perciò l’uomo diventa disinteressato e molti padri a causa di ciò abbandonano le redini.

Si parla molto della libertà della donna: ma se si considera il capitolo 5 degli Efesi, sia nel matrimonio che nella famiglia la donna trova la sua libertà perché essa non è schiava del marito ma è, come dice la Scrittura “ossa delle ossa, carne della mia carne” (Genesi 2:23).

E’ il marito che deve accettare le sue responsabilità, perché egli è il capo della casa, ed è lui che deve stabilire la disciplina ed il controllo, altrimenti i figli si sentono indesiderati, scacciati, non avendo nessuna regola di condotta.

 

Perciò vi è tanta violenza.

Perciò tanti abbandonano la casa e tanti matrimoni finiscono col divorzio.

Un ragazzo di 15 anni preso a tarda ora dalla polizia disse: “per amor di Dio, non telefonate a mio padre, perché lui non si è mai interessato di me”. Conosco situazioni in cui i figli conoscono il padre ben poco, vivono completamente isolati. Non deve essere così nella famiglia cristiana. Nella famiglia cristiana deve regnare l’amore, la comprensione e la concordia, frutto di una vita di preghiera e di dedicazione.

L’atmosfera cristiana porta gioia ed allegrezza nella famiglia.

Leggete il Salmo 128 e conoscerete il segreto del successo della famiglia.

Il legame matrimoniale è il più importante: è la relazione più permanente che esista.

Ma per le esigenze, le responsabilità ed i pesi che comporta, il matrimonio viene spesso meno e si dissolve.

La stabilità della relazione matrimoniale nella nostra società non è più tanto solida.

La famiglia declina in importanza come unità, mentre l’individualismo cresce.

Ecco alcuni dati:

per ogni quattro coppie che si sposano e promettono di vivere insieme fino alla morte, una coppia fallisce.

Le seguenti condizioni indicano una maggiore tendenza al divorzio:

-         -         Matrimonio in età tra i 15 e i 19 anni.

-         -         Poca conoscenza caratteriale prematrimoniale.

-         -         Genitori che hanno avuto cattive esperienze.

-         -         La mancanza di assiduità ai culti cristiani.

-         -         Matrimoni misti.

-         -         Matrimoni non approvati dai genitori.

-         -         Concetti o idee differenti sul matrimonio.

La rata del divorzio tra gli adolescenti è del 75% di tutti i matrimoni.

La stessa percentuale esiste tra quelli che vivono assieme ma realmente sono separati.

In un articolo, uno scrittore americano si domanda se una persona all’età di 21 anni può realisticamente entrare in un contratto matrimoniale che potrebbe essere valido per 50 anni.

In mezzo a tanta confusione, rimorsi ed esitazioni che dobbiamo fare?

Dobbiamo consigliarci sul lato positivo degli ideali del matrimonio; ma soprattutto dobbiamo ritornare alla base, al consiglio di Dio, ed alla guida divina che non è mai fallita.

 

 

Di Alberico De Vito

 

 

 

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