Non sei solo


Siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così noi possiamo dire con piena fiducia: «Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l’uomo?» (Ebrei 13:5-6)

Se ti sei alzato, pensando che questa sarà un’altra giornata da dimenticare, spero che queste parole ti facciano cambiare idea e ti aiutino ad affrontarla con animo sollevato, o almeno siano capaci di farti alzare lo sguardo al cielo. Non metto in dubbio che avrai tanti validi motivi per essere rattristato e tenere il cuore nei tormenti. Le delusioni, le frustrazioni e altri ostacoli che ci impediscono di vivere serenamente non mancano e ogni giorno che passa ci sentiamo più fragili in una società in stato di emergenza costante. Molti non riescono ad andare avanti ed avvertono il bisogno di una spalla o di una mano amica che dia lo spintone o lo strattone per continuare. Si guardano attorno e si ritrovano puntualmente soli, od è questo quello che essi percepiscono. Accade allora che come Gedeone si riparò nello strettoio per procurarsi del grano essenziale, così ci rintaniamo nel nostro essere. Qui il nostro grano è la parola di Dio. Questo è il giorno in cui si deve smettere di battere il petto e piangersi addosso. Le parole del Salmo 42 saranno certamente descrittive dello stato di animo di molti. “Perché ti abbatti, anima mia, perché gemi dentro di me?” (v. 5). Anime assetate di Dio, perché rese aride dalle promesse umane, seccate dal rimandare degli amici, prosciugate dal tanto versare lacrime nel segreto. Si tratta di una condizione che ha sollievo solo al cospetto del Dio vivente, “alla casa di DIO, in mezzo ai canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa” (v. 4b). Eppure lo stato attuale, rende tutto più offuscato. Nonostante la consapevolezza della vicinanza di Dio, l’orante del salmo è abbattuto, va in giro vestito a lutto, geme e soffre sotto la derisione di chi lo circonda. Le “lacrime sono divenute il mio cibo giorno e notte”.

Ed è quello che accade a noi. Ci abituiamo a questa opprimente condizione e la accettiamo come parte del nostro essere. Non cadiamo nella disperazione, ma lentamente ci siamo arresi ai nostri limiti. Più volte avrai sentito dire che conoscere i propri limiti può aiutare a vincere le emozioni negative e riuscire a vedere, anche se all’inizio in modo offuscato, la luce alla fine del tunnel. Gedeone si nascose per la paura all'apparizione dell'angelo. Questi definì Gedeone “uomo forte e valoroso”. C’è qualcosa in ognuno di noi che deve manifestarsi. Ai discepoli Gesù assicurò che non li avrebbe lasciati “orfani” e che avrebbe inviato il Consolatore per guidarli e sostenerli (Giovanni 14:16-18). Il significato di “paracletos” solitamente tradotto “Consolatore” è ben più esteso: para significa “chiamato”, mentre cletos significa “a fianco”. Il che vuol dire che lo Spirito è soprattutto accompagnatore. Non siamo soli! Anche ora, puoi essere ben sicuro che Egli è con te. Questa enorme verità consente di essere contenti della nostra condizione e delle nostre possibilità, come esorta lo scrittore agli Ebrei.

Rev. Salvatore
 

 

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