I sogni son desideri
 

Nella liturgia della Parola di oggi vorrei citare uno scrittore, Albisetti. Egli incoraggia il lettore a confidare nel Signore e ad affidare a Lui i desideri più profondi. Da qui partiamo e consideriamo.

“I sogni son desideri…” cantava la dolce Cenerentola, e chissà quante volte ci è capitato di pronunciare queste parole per classificare un sogno come irrealizzabile. Un’aspirazione talmente grande considerata impossibile da avverarsi? Dimentichiamo però un passaggio della melodiosa canzone: “… e il sogno realtà diverrà”.
La vita è fatta di indugi, momenti di crisi, presa di coscienza di sé, conversione profonda, capacità di metabolizzare e reagire alle sconfitte e agli ostacoli della vita.
«Che Dio vi accompagni e vi benedica. E non dimenticate: con Dio tutto è possibile».
Il significato dell’esistenza attraverso i fatti della vita, da quelli più comuni a quelli più straordinari, tramite i quali incontriamo Cristo. Perché è Lui che realizza i nostri sogni più profondi, come è scritto chiedete e vi sarà dato.
«In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare nella vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna».
QUANDO CADIAMO POSSIAMO RIALLINEARCI CON DIO
Il fallimento ha la capacità di farci riscoprire umani e umili, in una società che ha fatto della perfezione la sua bandiera, ma noi dobbiamo vedere ogni caduta come l’occasione per rientrare in noi stessi, guardare il nostro vuoto e farlo riempire da Dio.
«Ogni caduta, seppur dolorosa, imbarazzante e depressiva, ha lo scopo di far cadere la torre che abbiamo costruito intorno al nostro Io e farlo crollare. Le cadute possono riguardare la fine di una relazione affettiva, un incidente, una malattia, un’offesa, un fallimento sul lavoro, una forte delusione, una grave perdita economica, una dipendenza. Quando accadono, le cadute, per loro definizione ci lasciano vuoti, attoniti, devastati, impauriti, senza più voglia di vivere. Depressi. In questi momenti non dibattetevi e non disperate. Semplicemente osservate. È il momento della fermata. Del lasciarvi cullare dall’universo che vi circonda. Cercate luoghi belli. Consiglio vivamente la natura selvatica, incontaminata, li Dio ci avvolgerà se, grazie alla caduta, saremo diventati umili e tornati all’origine, al motivo vero per cui siamo nati. Seguire la nostra vocazione. Tornati ad allinearci a Dio».
L’UMILTÀ FA COMPIERE MIRACOLI
Il mondo reputa il successo, la fama ed i soldi i traguardi da raggiungere, mentre Cristo ci ha insegnato la via dell’umiltà. Sulla strada della vita nascono i miracoli nella nostra vita e che sia un cammino che ci conduce all’incontro con il Signore.
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“« Chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande » (Luca 9:48). Dunque l’umiltà è una delle vie per camminare lungo la strada di quella spiritualità praticata quotidianamente che porta a vivere veri e propri miracoli personali. Se si cercano i riflettori, la fama, il successo, l’ambizione, i miracoli non accadranno. Nasciamo e viviamo in una società che ci fa credere che la nostra esistenza deve essere improntata al successo e al consenso. Questa società ci fa credere che una persona è intelligente e forte soltanto se riesce a fare tanti soldi, ad occupare posizioni di potere. « Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? » (Marco 8:36). Dunque dobbiamo imparare a saper vedere bene, ad osservare profondamente e ad accogliere il creato e la vocazione per cui viviamo su questo pianeta. A un certo punto della nostra vita dobbiamo finalmente lasciarci andare ed accogliere con fiducia nel nostro cuore il Signore Dio”. Donandoci i nostri sogni.
Il timore per il futuro, la paura di perdere le persone che amiamo, di ammalarci, di soffrire e morire. Sono molteplici le paure che invadono il cuore dell’uomo, le preoccupazioni che lo pressano, le angosce che l’opprimono. Affidarsi a Dio, confidare in Lui è una grande consolazione e certezza, perché ci ricorda che siamo fatti per l’eternità.
«La paura è l’ostacolo più duro che incontriamo nel nostro percorso di vita. Abbiamo paura di stare soli, abbiamo paura della sofferenza, dei fallimenti, di essere abbandonati, delle malattie, della morte. Proviamo troppa paura. Chi vive di preoccupazioni trasmette intorno a sé preoccupazioni. In questi casi posso soltanto consigliarvi di abbandonarvi con fiducia a Dio. Lui non vi abbandonerà. Dovete sapere che la paura non esiste in realtà. È più pericolosa la paura della paura. Niente c’è sulla terra che faccia paura quanto provare paura. Ricorda che siamo spiriti immortali, che siamo qui per fare un’esperienza temporanea terrena e la paura scompare immediatamente. Io faccio così e funziona sempre. Fatelo anche voi».
La paura è il timore bloccano i nostri sogni le nostre aspirazioni e li rende sterili.
«Anche le vie in cui realizzeremo i nostri sogni, i nostri desideri, non le conosciamo. Dio si muove misteriosamente per noi umani. Ma ci esaudirà, statene certi.

 

Un forte abbraccio.
Rev. Salvatore Di Filippantonio

 

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