Brevi meditazioni bibliche      da Cristiani Oggi  

  

                                                                                    di Domenico Modugno

 

 

 

 

Decisioni incaute

 

            

Davide disse ad Achimelec: "Non hai qui disponibile una lancia o una spada?"

(1 Samuele 21:8)

 

 

Davide fu costretto alla latitanza, perché il "geloso" Saul voleva ucciderlo. La fuga, durata nove anni, si rese necessaria per salvare la sua vita. Davide doveva passare attraverso svariate prove prima di giungere ad essere re d'Israele. Secoli più tardi, Pietro scriverà nella sua lettera quanto sia importante essere provati affinché la nostra fede sia motivo di lode: "Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo" (1 Pietro 1:6,7).

Questo periodo sarà uno tra i più difficili della vita di Davide, nel quale prenderà alcune decisioni incaute, che comporteranno dolorose conseguenze per sé e per gli altri.

 

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Decisioni incaute: Davide a Nob

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Davide andò a Nob, dal sacerdote Achimelec, dove allora si trovava il tabernacolo, ma con lui non fu sincero, infatti, ricorse alla menzogna. Cominciano qui le decisioni incaute di Davide: "Davide rispose al sacerdote Achimelec: 'Il re mi ha dato un incarico e mi ha detto che nessuno sappia nulla dell'affare per cui ti mando e dell'ordine che ti ho dato'; e quanto alla mia gente, le ho detto di trovarsi in un dato luogo" (1 Samuele 21:2).

La bugia può sembrare la scelta migliore per uscire "intatti" da determinate situazioni. Lo pensò anche Davide, ma poi comprese quanto fosse stato imprudente. Facciamo attenzione alle nostre parole perché Dio odia la menzogna: "Le labbra bugiarde sono un abominio per il Signore, ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi" (Proverbi 12:22).

Dopo l'inganno, Davide domandò al sacerdote del cibo e non essendovi che il pane sacro di presentazione, lo chiese e l'ottenne (1 Samuele 21:3-7). Il pane sacro, detto anche pane della presentazione, perché si sistemava nel luogo santo, era composto da dodici pani che erano sostituiti il dabato da altri caldi e consumati dal sacerdote e dalla sua famiglia. Achimelec comprese che Davide si trovava nella necessità e glielo offrì. Nel prendere questo pane, Davide non commetteva un peccato. Gesù ricordò questo avvenimento senza biasimarlo, anzi, ne trasse occasione per dare enfasi al valore della vita umana. Nonostante la disponibilità del sacerdote Achimelec, però, Davide prese una seconda decisione incauta chiedendo la spada di Goliat: "Davide disse ad Achimelec: 'Non hai qui disponibile una lancia o una spada? Perché io non ho preso con me né la mia spada né le mie armi, tanto premeva l'incarico del re'. Il sacerdote rispose: 'C'è la spada di Goliat, il Filisteo, che tu uccidesti nella valle dei terebinti: è là avvolta in un panno dietro l'efod; se la vuoi prendere, prendila, perché qui non ce n'è altra all'infuori di questa'. Davide disse: 'Nessuna è pari a quella; dammela!' " (1 Samuele 21:8,9).

Da quest'ultima espressione di Davide: "nessuna è pari a quella; dammela!, riferita alla spada di Goliat, si evince che egli cominciò a dipendere dalle sue forze. Aveva ucciso con le sue mani il leone e l'orso, aveva rifiutato l'armatura di Saul, perché "non ci era abituato", aveva ucciso con una pietra Goliat, ma ora si affidava alle armi degli uomini. Le sue furono "decisioni incaute". Dio provvede per ogni Suo figlio un'armatura per restare in piedi nel giorno malvagio, ma Davide scelse un'armatura umana. Le sue furono decisioni incaute se si pensa che di li a poco, Saul avrebbe sterminato tutti i sacerdoti, ucciso gli abitanti di Nob e distrutto la città. Davide in seguito ammise i suoi errori (1 Samuele 22:20-22). La sua esperienza ci fa rabbrividire, al solo pensiero di quello che può accadere quando si prendono decisioni incaute. Facciamo attenzione!    

 

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Decisioni incaute: Davide a Gat

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Davide fece un altro passo imprudente, andando a cercare rifugio presso i Filistei: "Allora Davide si alzò, e quel giorno riprese a fuggire lontano da Saul e andò da Achis, re di Gat" (1 Samuele 21:10). La paura ormai la faceva da padrone nella sua vita; egli aveva dimenticato come Dio fino a quel giorno si era preso cura di lui. A Gat, ben presto, Davide non si sentì più al sicuro e dovette fingersi pazzo per salvare la sua vita ed andare via da quel luogo: "Mutò il suo modo di fare in loro presenza, faceva il pazzo in mezzo a loro, tracciava dei segni sui battenti delle porte e si lasciava scorrere la saliva sulla barba" (1 Samuele 21:13).

Il breve soggiorno a Gat c'insegna che le "cattive compagnie corrompono i buoni costumi". Il credente che si trattiene temporaneamente in un ambiente contaminato è spesso in pericolo: siamo chiamati a vivere santamente! Tutti gli sforzi di Davide per trovare aiuto presso gli uomini, erano stati vani, ma dopo queste scelte ingloriose, col cuore pentito, potè ritrovare la comunione con Dio. Durante questa fuga, infatti, Davide scriverà il Salmo 34, che testimonia della sua rinnovata fiducia nel Signore.    

 

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Davide nella spelonca di Adullam

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Rientrato in Giuda, Davide scelse come rifugio una collina isolata, rotondeggiante, che presentava piccole grotte. Questo luogo era "la caverna di Adullam". Egli la definirà "la sua foretezza", e più tardi la trasformerà in una delle città fortificate del suo regno. In questa spelonca Davide tornerà ad affidarsi al Signore e lo Spirito Santo lo spingerà a scrivere il Salmo 142, che ci parla della sua richiesta a Dio.

Nella spelonca di Adullam cominciò a confluire tutta la sua famiglia ed altri uomini ancora, probabilmente perché stanchi di vivere accanto ad un re delirante qual era Saul.

Questo piccolo esercito, formato da persone indebitate, si unì a Davide: "Davide partì di la e si rifugò nella spelonca di Adullam. Quando i suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre lo seppero, scesero là per unirsi a lui. Tutti quelli che erano in difficoltà, che avevano debiti o che erano scontenti, si radunarono presso di lui ed egli divenne loro capo. Così ebbe con sé circa quattrocento uomini" (1 Samuele 22:1,2).

Tutto questo ci insegna a non confidare nella "spada di Goliat". Non cerchiamo di usare la nostra scaltrezza per venire fuori da situazioni difficili ed imbarazzanti, ma impariamo a confidare sempre nel Signore: "Beato l'uomo che confida in lui" (Salmo 34:8).

 

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Conclusione

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Terminando l'analisi di quest'infelice momento della vita di Davide, abbiamo imparato a fare attenzione alle "decisioni incaute" che possono costare care sia a noi sia agli altri.

Ricordiamo che anche noi abbiamo la nostra "Adullam" spirituale: "Dio è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti… Il Signore degli eserciti è con noi; il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio" (Salmo 46:1-3).

Per noi oggi questo rifugio nelle difficoltà è Gesù, perché la nostra "vita è nascosta con Cristo in Dio" (Colossesi 3:3). E' Lui la nostra Adullam, il nostro rifugio.

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                               

di  Domenico Modugno

Pubblicato da Cristiani Oggi

 

 

 

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