Brevi meditazioni bibliche                   da Cristiani Oggi

                                                                                               di Carmelo Fiscelli

 

                                                                                            

 

 

La rete

 

            

 "Il regno dei cieli è anche simile ad una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva, poi si mettono a sedere raccolgono il buono in vasi, e gettano via quello che non vale nulla. Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridore dei denti."

(Matteo 13:47-50)

 

 

In Palestina la pesca era un'attività molto praticata, perciò quanti stavano ascoltando quella parabola, avrebbero necessariamente compreso il paragone, tuttavia il Signore Gesù ci aiuta nella Sua comprensione, perché ne dà anche una parziale spiegazione. La rete, di cui si parla, è la sagena, preparata con maglie di lino, munita di pesi per distendersi verso il fondo e galleggianti di legno per sostenerla a fior d'acqua.

La parabola espone l'attività di alcuni uomini, che con l'ausilio delle barche calano al largo la loro rete, che viene poi passata verso quei luoghi dove i pescatori sperano di raccogliere del pesce buono. Quindi essi si avvicinano a riva, la traggono sull'asciutto e fanno la cernita del pescato. 

 

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La rete è caduta in mare

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Dal momento che è calata in mare, i pesci si trovano sotto l'influenza di quella rete a strascico. Man mano che questa è tirata verso la riva a semicerchio, i pesci sulle prime non ne sono allarmati, perché possono spostarsi con libertà in un ampio raggio di mare. Quando, però, sono costretti a dirigersi verso le acque basse e le due estremità della rete sono unite a riva, i pesci si dibattono, ma vi rimangono necessariamente all'interno. Quindi, con rapidi movimenti, la safena è portata all'asciutto con quanto vi è rimasto dentro e nulla più sfugge.

Il mare è figura del mondo, instabile, senza riposo e sempre in movimento e la rete è l'Evangelo, che influenza ogni genere di persone. Dio ha calato l'Evangelo nel mare dei popoli per portarci a Lui. Attraverso la Sua Parola Egli responsabilizza gli uomini e li sollecita, perché comprendano che c'è una possibilità di salvezza dalla perdizione e che resta confermata la condanna per gli impenitenti: "chi crede in Lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'Unigenito Figliuolo di Dio" (Giovanni 3:18). Dio ha allargato la Sua rete fra tutte le nazioni per trarre tutti gli uomini alla conoscenza della verità: "… e che nel Suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti" (Luca 24:47). Questo tramaglio, mentre è annunciato, esercita la sua influenza su tutti e li convoglia verso il luogo della cernita: "se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città" (Matteo 10:14-15).

L'Evangelo influenza gli uomini ed accerta gli uni della salvezza ricevuta, gli altri dell'inevitabile giudizio, ma tutti saranno valutati dalla loro risposta all'Evangelo di Dio.    

 

 

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La rete raccoglie ogni specie di pesce

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La rete non compie alcuna cernita, ma raduna tutto quello che incontra e raccoglie ogni specie di pesce. Il regno dei cieli è anche simile ad una rete, nelle cui maglie si trovano pesci di ogni genere.

 A volte non comprendiamo come nelle comunità ci sia la presenza di elementi buoni e pessimi, credenti veri e nominali, spirituali e carnali, ferventi e freddi, sinceri ed ipocriti. Ci piacerebbe che tutti fossero salvati, santificati, insomma credenti veraci. Chi dovrebbe fare quella selezione? Avremmo, poi, delle comunità a… numero chiuso. Sebbene vi siano oggi elementi di "nessun valore", perché degni di essere lasciati alla perdizione, noi crediamo nel miracolo della Grazia, che trasforma i cuori:"… perché l'Evangelo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede" (Romani 1:16).

 

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Il tempo della raccolta

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Gesù precisa che la rete è tratta a riva, quando è piena. Non necessariamente piena di pesce, ma di pescato, ossia di pietre, alghe, rifiuti e pesce di ogni specie. Man mano che la sagena si riempie, allora si appesantisce e gli uomini compiono uno sforzo maggiore. Il tempo della raccolta non lo conoscono i "pesci", ma che anzi ne sono consapevoli quando è già troppo tardi: "ma quanto a quel giorno ed a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo. Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figliuol dell'uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si bevevo, si prendeva moglie e si andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo" (Matteo 24:36-39).

Certo non dovremo insegnare a Dio quando la rete è piena, né dove si riempirà di buon pesce! Egli sta passando con l'Evangelo in tutte le parti del mondo e, quando la sagena "è piena", essa sarà ritirata fuori dal mare ed allora "avverrà la fine dell'età presente": "e questo Vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine" (Matteo 24:14).

La parabole della rete è, quindi, proiettata al futuro, "alla fine dell'età presente", al termine di quel tempo lasciato alla gestione umana.

 

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I pescatori fanno la cernita del pesce

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Solitamente quando la rete è portata fino a riva, il pesce non può più sfuggire al giudizio. Naturalmente il momento più importante della pesca è quando la rete è tratta fuori dall'acqua, perché allora comincia la cernita e ci si rende conto di come è andato il lavoro. La cernita si effettua solo a riva, e non mentre la rete è in acqua, dai pescatori, che raffigurano gli angeli.

Gesù si sofferma sui particolari "siedono… raccolgono… buttano", per ricordare che la valutazione è individuale, perché ogni pesce è esaminato scrupolosamente, perché il buono è separato dal guasto, ed infallibile, perché solo il buono è riposto nei vasi. Non ogni pesce è commestibile, perciò si opera la selezione. Il pesce commestibile è riposto nei vasi, mentre l'inutile è gettato via. Il pescatore valuta ciascun pesce (Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere…" (Romani 2:6) e gli assegna la sorte convenevole (questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna" (Matteo 25:46).

E' importante sottolineare che non c'è una classe intermedia di pesci mediocri: il buono è portato nei vasi,mentre il corrotto è portato via.

  

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L'insegnamento della parabola

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Le comunità, nelle quali viviamo, sono miscugli eterogenei di giusti e malvagi. A volte persino quanti hanno davanti agli uomini l'etichetta di "cristiani", non sono poi tali agli occhi di Dio.

Mentre la rete, calata nel mare, avanza verso la riva, il pesce buono sta insieme a quello che non vale nulla.

Tutti gli uomini quindi, ingiusti e resi giusti, sono sospinti verso la valutazione di Dio, che inevitabilmente verrà "come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27).

Dopo non c'è più scampo per gli insensibili e gli impenitenti, che saranno gettati "nella fornace del fuoco".

Tu che leggi queste riflessioni, vieni presto a Gesù, donaGli il tuo cuore e permettiGli di renderti giusto davanti al Padre.

 

                                                                                                                                                     

di  Carmelo Fiscelli

Pubblicato da Cristiani Oggi

 

 

 

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