Brevi meditazioni bibliche

                                                                

                                                                                         di Paolo Arcangeli

 

 

Gesù è venuto, ma tornerà!

 

 

 

 

E’ di nuovo il periodo dell’anno in cui viene ricordata la nascita del Signore Gesù.  Quell’evento più volte predetto da  Dio e chiaramente profetizzato dal profeta Isaia:  “La vergine concepirà, e partorirà un figliuolo; e tu chiamerai il suo nome Emmanuele.” (Isaia 7: 14).  L’adempimento di questa promessa è stato grandemente atteso da tutto Israele. La venuta del Cristo era viva in ogni famiglia ebraica:  tutti i rituali ebraici riguardavano a  questo evento;  i santi uomini del Vecchio  Testamento erano vissuti in vista di questo avvenimento.  Ma quale paradosso:  quando Gesù  nacque solo pochissimi sono stati  pronti a riceverlo.  La stragrande maggioranza di coloro che  attendevano  questo  avvenimento  erano  impegnati  nella  ricerca della soluzione dei loro molti  problemi sociali,  economici e politici e questa loro  ricerca è stato  l’impedimento a non essere pronti alla venuta del Messia.

Parlando del suo secondo ritorno Gesù fa capire che quando questo avverrà, gli uomini si troveranno nella stessa condizione in cui era il popolo d’Israele al momento della sua venuta: saranno impegnati nella programmazione e nello sviluppo di molte cose che avranno un benessere per il presente: “Similmente, come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si bevevo, si comprava, si vendeva,  si piantava,  si costruiva”  (Luca 17:28).  Dobbiamo ammettere  che questo è quanto stiamo vivendo ai nostri giorni. Non dimentichiamo quanto Gesù dice ai suoi (al credente ed alla Chiesa): “Tale sarà il giorno, nel quale il Figliuolo dell’uomo apparirà” (Luca 17:30). Considerando questo, se non vogliamo trovarci poi nella stessa condizione in cui si venne a trovare il popolo d’Israele,  poniamo la massima diligenza agli avvertimenti che Gesù stesso ci dà, e che sono descritti in  Luca  12:35-48.  Quattro sono  le cose  che emergono da questi avvertimenti per trovarsi pronti al ritorno di Gesù: “I vostri lombi siano cinti”.

I vestimenti svolazzanti, come si usavano portare ai tempi di Gesù, erano di impedimento ad operare speditamente. Per correre meglio si  avvolgevano le vesti alla cinta.  Agli israeliti,  quando dovevano lasciare l’Egitto,  fu chiesto di mangiare la  Pasqua con i lombi cinti,  con le scarpe ai piedi e con il bastone in mano.  In altre parole,  la  Pasqua doveva assomigliare più ad un pasto in fretta che ad un sontuoso banchetto:  dovevano mangiare  “in corsa”.  Questa è la posizione del cristiano nel mondo: sempre pronto a partire per il cielo in qualunque momento.

“… le vostre lampade accese”. La nostra luce risplende davanti agli uomini per mezzo delle parole che diciamo, le abitudini che mostriamo e per il nostro modo di vivere. Il mondo si trova nell’oscurità delle tenebre.  Ha bisogno della luce della Verità e della purezza.  Fin tanto che il Signore ci tiene sulla terra Egli desidera che noi splendiamo come luce nel mondo; risplendere vivamente  per Lui in virtù del fatto che la nostra vita è differente da quella di chiunque altro intorno a noi senza Cristo nel cuore.

“Beati quei servitori, i quali il Signore troverà vegliando”. Gesù ha predetto molti “segni dei tempi” in Luca 21, e termina il discorso dicendo: “… quando queste cose cominceranno ad avvenire, riguardate in alto, ed alzate le vostre teste;  perché la  vostra redenzione è vicina”. Nel mondo vi sono molti segni che indicano  che questo evento è vicino.  Gli eventi narrati da Gesù  stanno accadendo,  e noi dovremmo vigilare ed  aspettarci il Suo ritorno da un momento all’altro.

“… siate pronti, perché nell’ora che voi non pensate,  il Figliuolo dell’uomo verrà”.  Proprio quando pensiamo ch’Egli ritardi la Sua  venuta,  o che noi forse non abbiamo compreso bene il significato delle Scritture riguardo il tempo  ed il modo del Suo ritorno, Egli viene “come in un batter d’occhio”. Al momento in cui noi non pensiamo. Oggi gli uomini non danno molto spazio a questa considerazione,  che cioè Gesù può tornare oggi;  il benessere ha sbiadito i valori cristiani ed ha portato  il  credente a vivere  superficialmente.  Si spreca più tempo per i piaceri mondani che per qualche attività spirituale.

Se permettiamo ai nostri interessi ed ai nostri affetti di dimorare troppo nei nostri impegni del presente sarà difficile pregare affinché Gesù ritorni, oppure “amare la beata apparizione” come invece veniamo esortati dalla Parola di Dio.

Quando aspettiamo il Suo ritorno?  Vigiliamo  avendo i  nostri lombi cinti,  liberi da legami che non procedono dallo  Spirito;  accertiamoci di brillare per  Lui,  pronti a lasciare questo mondo senza rimpianti, senza ritardare, per essere per sempre con il nostro meraviglioso Signore. 

 

 

Paolo Arcangeli

 

 

 

“Il Faro.”

                                                                       

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